Intorno alla seconda metà del XV secolo Teramo vede la costruzione di Casa Catenacci, diventata Casa Corradi fino alla fine dell'800 econ la morte dell'ultimo erede della famiglia divenne Casa Capuani, dal nome dei nuovi proprietari arrivati da Torricella Sicura, vicino Teramo. Oggi il palazzo è di proprietà della famiglia Franchi.
Situata all'interno del quartiere di S. Spirito, presenta un bel portico ad archi ogivali su pilastri, un portale a ogiva, realizzato in conci di pietra molto simile a quello del Palazzo Vescovile.
Sulla facciata che guarda Via Vittorio Veneto, si trova un emblema lapideo, che possiamo datare 1510 che recita un motto tanto famoso durante l'epoca rinascimentale "S.A. NON BENETPRO TOTOLIBERTAS VENDITUR AURO" tradotto "La libertà non si vende per tutto l'oro del mondo". Il motto può essere definito come un ammonimento orgoglioso della famiglia Corradi e, caso curioso, questo stesso motto è fatto proprio dalla città dell'antica repubblica marinara di Ragusa, oggi Duvbrovnik.
Casa Corradi, grazie alla sensibilità delle famiglie Corradi e Gatti, dal 1792 fino all'inaugurazione del Teatro Comunale ottocentesco nel 1868, malauguratamente demolito nel 1959, ospitò il teatro della città.Per l'inaugurare si scelse l'occasione del Carnevale e fu invitata la cantante Dorotea Monti, bolognese, celebre e affascinante.
Teramo dovette lottare a lungo per avere un teatro cittadino, ma si scontrò sempre con l'intransigenza del governo borbonico. All'istanza avanzata nel 1786 da Don Pasquale Marozzi, il ministro Tanucci rispose negativamente, annotando di suo pugno: "Ovunque s'è permesso teatro, ivi sono occorsi disordini".
In un documento inviato nel febbraio del 1926 dall'allora Prefetto di Teramo al Sindaco Podestà della città Nanni, riguardo le opere necessarie da portare a termine, si fa riferimento all'abbattimento di "un vecchissimo portico diruto, orribile a vedersi, tutto sterrato, con sotto tutti ambienti destinati a stalle, conosciuto in città con il nome di Logge degli asini" il Prefetto si riferiva al portico quattrocentesco di Casa Catenacci.