Costruito ai limiti occidentali della città di Interamnia (o Interamna) Praetut(t)iorum, appena fuori le mura repubblicane, il teatro fu inaugurato probabilmente nei primissimi anni del I sec. d. C., come suggeriscono le porzioni marmoree che rivestivano la frons pulpiti con le iscrizioni onorarie per Lucio e Gaio Cesare, figli adottivi di Augusto, prematuramente scomparsi nel 2 e 4 d. C. L'edificio, con un diametro di quasi 77 metri, poteva contenere circa 2.500 spettatori comodamente seduti, più di 3.000 in casi eccezionali occupando tutti gli spazi di servizio e i percorsi di itinera.
La tipologia dell'impianto architettonico-funzionale è ispirata al modello latino descritto da Vitruvio, con setti murali ad andamento radiale interrotti da portici e ambulacri che correvano concentricamente all'orchestra, elemento generatore dell'intero organismo. La tecnica costruttiva e i materiali impiegati sono ricollegabili a modelli culturali di fine età repubblicana, la tipologia e l'architettura all'età augustea, i caratteri stilistici e compositivi della frons scaenae ad ambiti di pieno I secolo d. C.
Il modello costruttivo portante è stato progettato con sistemi modulari voltati e sovrapposti: l'ambulacro anulare esterno su pilastri, archi e volte a crociera; i fornici sostruttivi della summa cavea su setti radiali con volte troncoconiche rampanti. Ima e media cavea si appoggiano in parte su regolarizzazioni del profilo naturale, in parte su un aggere di conglomerato cementizio.
I primi giri dei posti a sedere dell'ima cavea, riservati alle famiglie romane più in vista, erano numerati per incisione sulle lastre lapidee delle gradinate.
L'orchestra irradiava a ventaglio sei itinera scalaria che definivano i cinque settori cuneiformi dell'ima cavea, suddivisi da percorsi anulari di precinzione (i maeniana) che ripartivano ima, media e summa cavea. La praecinctio di chiusura sommitale poteva essere una porticus o, forse, un semplice loggione (la cosiddetta "piccionaia") a coronamento dell'architettura. Il proscaenium alternava nicchie rettangolari e curvilinee rivestite con lastre di marmo africano giallo-antico, breccia corallina e pavonazzetto. La frons scaenae chiudeva il complesso, sul diametro dell'emiciclo, con un'architettura di ordini sovrapposti disegnata e ripartita in registri da colonne scanalate su base attica e impreziosita da statue marmoree a grandezza naturale, come la splendida statua iconica muliebre esposta nel Museo Civico Archeologico. Il primo ordine architettonico della quinta scenografica, sul palcoscenico, era caratterizzato da una grande esedra centrale con la valva regia, la porta principale per l'entrata in scena dei personaggi illustri, e da due hospitales laterali. Gli attori entravano in scena dalle valvae scendendo tre gradini. L'architettura esterna era caratterizzata da due ordini di arcate sovrapposte in opus quadratum di blocchi di travertino. L'ordine architettonico inferiore, con fregio dorico a metope e triglifi che potete ammirare da Via Paris, quasi a ridosso dell'anfiteatro, costituiva l'anello di chiusura esterno al piano terra del teatro, con la porticus di accesso (ambulacrum) alla summa cavea attraverso le cinque rampe di scale dei vomitoria, alternate sui ventuno setti radiali che ripartivano in registri modulari il prospetto esterno. L'impianto monumentale esterno, con i tre ordini architettonici sovrapposti (dorico, ionico e corinzio), due loggiati di deambulazione e il tamburo di coronamento, è concepito e disegnato sulla struttura portante delle gradinate della summa cavea realizzata con setti radiali di blocchi lapidei di gesso-arenite, con tamponature di murature in opera incerta. Il secondo ordine, o livello, costituiva il deambulacro anulare intermedio, che poteva raggiungere la media cavea attraverso rampe di scale alternate su quelle inferiori. Ima cavea e orchestra potevano essere raggiunte dalla parodos orientale, un lungo deambulacro lastricato di accesso per le famiglie più in vista nella vita politica, economica e sociale, che occupavano i primi posti a sedere contrassegnati sulla gradinata. Media e summa cavea, nel teatro di Interamnia, potevano essere raggiunte anche direttamente dall'esterno attraverso la praecinctio intermedia del lato occidentale, su quote terrazzate più elevate. Questo lato dell'edificio era costruito parzialmente controterra, sotto le quote della terrazza retrostante dove, tra la fine del I e l'inizio del II sec. d. C., sarebbe stato impiantato quasi a ridosso l'edificio pubblico più spettacolare dell'antichità: l'anfiteatro.