Tra la fine del I e gli inizi del II sec. d. C., tra gli Antonini e i Severi, la città romana di Interamnia (o Interamna)Praetut(t)iorum poteva vantare, oltre al teatro costruito in età augustea, anche l'edificio monumentale più spettacolare del mondo romano: l'anfiteatro.
Siamo tra Via Paris e Via San Berardo, proprio a fianco alla Cattedrale. Le imponenti mura in opera laterizia che sovrastano il nostro sguardo sono quelle del perimetro esterno di questo grandioso edificio. Orientato nord-sud, misura quasi 74 metri sull'asse maggiore e 56 su quello minore e poteva contenere circa 3.500 spettatori con il tutto esaurito. Edificato fuori le mura occidentali, sulla terrazza urbana più a monte del promontorio, a ridosso dell'esistente teatro inaugurato i primissimi anni del I sec. d. C., rappresenta l'ultima grande addizione urbana di Interamnia prima della crisi dell'Impero. Siamo nella zona più monumentale della città, nei pressi della porta occidentale, il primo sguardo per chi arrivava dalla Sabina, da Roma, percorrendo la Via Salaria Antica fino ad Interocrium (attuale Antrodoco), la Via Caecilia sul valico appenninico appena dopo Amiternum e infine l'Interamnium Vorsus verso il litorale adriatico. Il viandante, i ricchi commercianti della capitale, dopo aver attraversato la necropoli monumentale extraurbana di località "Cona", si apprestavano a entrare in città con la maestosa visione sullo sfondo dell'anfiteatro e del teatro: gli edifici pubblici più grandiosi del mondo antico. Chi proveniva dal piceno, dalla vicina Asculum, se li trovava proprio davanti sulla destra, all'inizio del decumanus maximus, prima di raggiungere il cuore pulsante di Interamnia: il foro, nei pressi dell'attuale Piazza Verdi.
L'edificio è realizzato interamente in opera laterizia (opus latericium) su fondamenta di cementizio (opus caementicium). Il prospetto esterno, di un'altezza di quasi 12 metri, è caratterizzato da semplici riseghe degradanti verso l'alto a disegnare una possente architettura di corpi edilizi a tamburo sovrapposto, ritmata da leggere lesene di coronamento. L'asse maggiore, orientato nord-sud, è di quasi 74 metri, quello minore di 54. Sulla piazzetta tra Via Irelli e Via Ciotti è possibile ammirare uno dei due accessi principali strutturato a tre fornici, di cui quello centrale più alto e con una luce maggiore. Tali ingressi permettevano l'accesso di cortei e parate in occasione di giochi e spettacoli gladiatori. Su Via San Berardo sono visibili i resti di uno dei due accessi sull'asse minore che permettevano di raggiungere i settori bassi dell'ima e media cavea. La summa cavea era raggiungibile attraverso doppie rampe di scale esterne, aggettanti sul perimetro, di cui restano pochi elementi di indizio leggibili tra Via Paris e Via Irelli, sulla grande apertura del secondo ordine architettonico prospettico. L'arena e gran parte delle strutture basse della cavea furono quasi completamente livellate durante la costruzione dell'attuale e sovrastante edificio del Seminario Aprutino. Il grande edificio per spettacoli fu parzialmente demolito e saccheggiato tra la fine del XII e il XIII secolo in occasione della costruzione della nuova Cattedrale. Sul fianco sinistro del Duomo sono murate porzioni di grandi fregi continui con armi gladiatorie, che potevano caratterizzare l'ingresso monumentale a nord, sul decumanus maximus.