Nel cuore antico della città, tra la facciata romanico-gotica della cattedrale e il Palazzo Vescovile, si erge il Palazzo di Città, sede del Municipio. Oggi si presenta con un loggiato quattro-cinquecentesco a due grandi campate con volta a crociera: è la Loggia del Parlamento, così chiamata per le funzioni pubbliche cui essa fu destinata dall'epoca medievale in avanti. Sulle mura portanti interne rimangono alcune pietre squadrate di epoca romana con rilievi e decorazioni, mentre iscrizioni per lo più di epoca risorgimentale richiamano episodi e personaggi della storia municipale. Nell'androne del Comune numerose sono le epigrafi di epoca romana lì sistemate dopo l'Unità a costituire il primo Lapidarium municipale. A fianco del portone d'ingresso del Municipio resistono gli infissi lignei dell' antica farmacia "Crocetti" accanto alla quale è murata una "canna", l'antica misura locale a servizio delle transazioni che si volgevano in quello spazio voltato. Di non particolare rilievo il piano sovrastante che risulta da un intervento edilizio di metà Ottocento realizzato per dare maggiore ampiezza alla Sala Maggiore del Consiglio, ma che in effetti ha largamente stravolto l'antico impianto dell'edificio originario.
Su quella che un tempo era la Piazza del Mercato, oggi Piazza Orsini, troviamo, addossata al Palazzo del Comune, la Fontana dei leoni, risalente al 1899 e realizzata dallo scultore teramano Pasquale Morganti per solennizzare l'inaugurazione del primo acquedotto cittadino . L'opera si compone di due leoni, modellati secondo la tecnica del cemento a presa rapida, divisi da un getto d'acqua a simboleggiare i due fiumi indigeti della città: il Tordino e il Vezzola. Di fronte al Palazzo di Città, ma con ingresso su Piazza Martiri della Libertà, si erge il Palazzo Vescovile.
Si tratta di un edificio quadrangolare che nel tempo ha perso molto dell'antico aspetto. Fu il vescovo Giovanni Antonio Campano nel 1460 a darcene una sommaria descrizione: separato dalla Chiesa Madre "solo da un vicolo", così scrisse, è "più comodo che bello, è da ogni parte libero e indipendente, ha una forma di una rocca e guarda in tre direzioni...". Oggi l'ingresso su Piazza Martiri presenta una gradevole loggetta trecentesca, mentre resti di archi tamponati sono riaffiorati sul fianco sinistro dell'edificio in seguito ai restauri degli anni 2000. Di rilievo il porticato posto sul retro del Palazzo che guarda Piazza Orsini. Si tratta di un complesso di archi ogivali trecenteschi attribuibili alla volontà del Vescovo Niccolò degli Arcioni cui si devono, nello stesso torno di tempo, gli interventi di ampliamento, nelle forme oncora oggi visibili, della Cattedrale e la modifica della facciata del maggior tempio cittadino.